lunedì 10 marzo 2014

Episodio 2: L'ELEFANTE GAY - ERIKA MANNELLI



Come promesso, ecco una nuova perla per iniziare al meglio questa settimana. Sappiate che questa canzone è riuscita, nel 1984, ad accaparrarsi la 4a posizione nel concorso "L'Ambrogino d'oro" e che, la piccola Erika (ai tempi aveva 7 anni) è ora diventata una gran figa (il che aggiunge preziosità al brano). Il testo è particolarmente impegnativo ed affronta tematiche importanti: l'omosessualità e il disagio di abitare un corpo che non rispecchia la propria identità. Senza contare che l'arrangiamento raggiunge vette altissime recuperando sonorità prog e anche un certa freschezza tipica degli anni '60/'70. Quindi un attento ascolto è doveroso.



Ora che vi siete estasiati passiamo a leggere il testo e a tentarne un'analisi.


uaccadì uaccadù,unghie e smalto rosso
uaccadì uaccadù, zanne di lamè
uaccadì uaccadù, guarda com’è grosso
uaccadì uaccadù, sta arrivando

 Ovviamente è impossibile non notare il uaccadì uaccadù, tipico di molti motivetti '60/'70 nonché precisa citazione del famoso (e presto su questi schermi) brano dei Nuovi Angeli del 1974. Analizzando il testo, scritto da Gianni Greco, troviamo una descrizione che, oltre ad essere molto poetica, richiama subito alla mente l'immagine di Platinette che -sarà un caso? - reinterpreterà questa canzone nel 2005. Notiamo inoltre che il ritmo serrato, a mò di marcia, e la voce altisonante di questo refrain sembra suggerirci la pesantezza dei passi dell'animale.


l’elefante gay con cinquanta nei
sparsi qua e là, che arie che si da
le mutande blu a pois
ciglia finte in su, si sa
non nasconde più la sua
vera identità.
La descrizione continua e si evolve: passa dall'essere prettamente fisica all'aggiungere dettagli psicologici che ci aiutano a ricostruire il personaggio nella sua complessità. La scelta di un abbigliamento appariscente, infatti, rispecchia il volersi mostrare liberamente nella nuova consapevolezza sessuale. Il lungo processo dell'autoaccettazione si è ormai concluso e il nostro elefante non ha più voglia di nascondere le sue inclinazioni e il suo nuovo aspetto. Dal punto di vista fonico notiamo l'insistenza di parole tronche che contribuiscono ad un ritmo cadenzato e smaliziato.


l’elefante gay, non più lui ma lei,
gli occhi dolci fa con ambiguità.
il vizietto lui ce l’ha
con il giudizio altrui ci fa
un gioiello per la sua
femminilità
elefante gay,che simpatico che sei.
Con estrema semplicità apprendiamo che il nostro elefante ha subito un intervento chirurgico per la modificazione fisica del suo sesso. Continua, come nella strofa precedente, l'insistenza delle rime in "a", vocale aperta per eccellenza e dunque portatrice di una sfumatura di allegria che sottende tutto il testo. Da notare che le uniche rime a cambiare sono quelle in coppia alla parola gay, che nel testo rima con nei, lei, ok(ay), sei, e ciò, ovviamente, enfatizza la centralità del concetto di omosessualità che vuole essere trattato con leggerezza ma anche con orgogliosa rivendicazione.


l’elefante gay, ora è tutto ok
la virilità l’ha attaccata al tram
con le orecchie lui ci fa
deltaplani e poi si dà,
svolazzando, a chi gli va
con avidità
elefante gay, che simpatico che sei
Questa strofa è decisamente la più dinamica: abbiamo svariati riferimenti ad immagini di movimento o a mezzi di trasporto (tram, deltaplani, svolazzando). Da notare il rapporto allitterante tra due parole-chiave della strofa, ossia virilità/avidità, che conferisce una sfaccettatura erotica di un certo rilievo (anche se di dubbia eleganza) che verrà poi ripresa e ampliata nella strofa successiva.
il vizietto lui ce l’ha,
si distende sui lillà
se gli piaci poi ti fa:
- “bello vieni qua!”
elefante gay,che simpatico che sei 
In questa strofa l'immagine dei lillà ci riporta sia a un certo tipo di casette canadesi con tanto di pesciolini, ma anche a tutta una tradizione poetica in cui l'intreccio amoroso si conclude in un contesto bucolico. (E penso - ovviamente - alle pastorelle della prima letteratura in lingua romanza ma anche ai film per adulti di ambientazione agreste - che forse rendono meglio l'idea- ). Devo aggiungere che è particolarmente d'effetto l'inserimento del discorso diretto che ci fa visualizzare subito la nostra elefantessa sensuale e ammiccante sdraiata sul prato nell'atto di sedurre un bel maschione di elefante.

3 commenti: