lunedì 17 novembre 2014

Episodio 12: BOCCIOFILI - Dargen d'Amico, Fedez, Mistico

Ammettiamolo: nel mondo del trash c'è una linea di pensiero che distingue il trash autentico, quello involontario, da quello costruito. Il confine tra questi due mondi è molto sottile e spesso è complicato decidere a quale categoria possa appertenere un pezzo. Se però pensiamo a gente come Drudi o Immanuel Casto o Sabrina Musiani è chiaro che siamo di fronte a qualcuno che VUOLE fare trash mentre se pensiamo alla Tatangelo, alla Lecciso o a Jo Squillo intuiamo che la loro intenzione originaria era fare Pop o Punk e si sono ritrovate, loro malgrado, a diventare icone trash. Questa noiosa premessa serviva a giustificare la mia scelta di oggi. E' chiaro che siamo di fronte ad un brano che è un piccolo gioiello di quel trash fortemente ricercato, voluto e degnamente ottenuto.


Stiamo parlando di un brano del rapper Mistico dal didascalico titolo Esci le bocce, e in seguito riarrangiato e reinterpretato dalla triade Dargen d'Amico, Fedez e lo stesso Mistico. Secondo me un capolavoro esemplare di trash-music degli anni 2000: ritornello martellante, video in cui tutti inspiegabilmente ballano languendo e tette&culi ovunque (anche se qui si propende per le tette). Ascoltiamola:

BOCCIOFILI

Fai come l'ortolano
Fai come l'ortolano
Fai come l'ortolano
Fai come l'ortolano…ano..ano..


L'intro del brano sembra suggerirci una di quelle perle di saggezza ataviche che inneggiano alla semplicità della vita o alla bellezza dei mestieri di una volta...e invece già l'eco di ortolano ci fa intuire immediatamente che dovremmo cambiare chiave di lettura.

Quando ti vedo vado 
fuori di testa e sbrago
prima ti bacio e
poi ti spiego il perché
oh mamma masciarona oh mamma ma madonna
oh mamma ma tocco con mano come Maradona
tu sei una fuori classe
nel ballo sulle casse
fai l'onda con la schiena,
catalizzi la scena
la luna ci abbandona
e il sole ci incorona
il mattino ti dona
mostra quanto sei buona

Partiamo dall'affascinante evoluzione dall' uomo che non deve chidere mai all' uomo che prima ti bacia e poi ti spiega il perché che a mio parere rappresenta uno degli esempi più riusciti di "lirismo macho" degli ultimi tempi, passiamo poi a cogliere le citazioni musicali come quella di My Sharona dei The Knack e della regina del Pop e soffermiamoci infine sul verbo più poetico di tutta la strofa, l'incoronarci del sole...immagine senza dubbio evocativa e affascinante ma che forse, in un contesto di donne seminude, feste strane con tanto di oli, portafogli e cashi potrebbe anche ricondurre al cognome di un noto fotografo, signore assoluto dei rotocalchi di tutti i colori della cronaca. Ma questo è -per quanto affascinante- solo uno spunto per ulteriori analisi.

Mettimi questi meloni in mano
fai come l'ortolano
che non ne posso più di andare piano
esci quelle bocce che le voglio
cospargere con l'olio
ho voglia di svuotarmi il portafoglio

A differenza del fragolone di Marco Marfé qui direi che la metafora ortofrutticola risulta di facile comprensione. Quello che potrebbe turbarmi è la confusione circa la transitività o intransitività del verbo uscire ma qui non basterebbero chili e chili di crusca per arginare il problema - in più non dimentichiamoci che si tratta di rap e inserire anacoluti nelle canzoni rap fa sempre il suo effetto naturalistico/fico/parlacomemagni. Altra questione irrisolta è il rapporto tra l'olio e il portafoglio. Cioè, quello che mi turba non è la falsa-rima, intendiamoci, ma il fatto che la ragazza in questione sia sedotta con il denaro. Un po' come in quei filmini porno in cui il tipo incontra alla fermata del bus una ragazza avvenente, le mostra delle banconote che lei prende e si spoglia. (Attenzione: il porno nella stargrande maggioranza rappresenta ciò che gli uomini vorrebbero, non quello che avverrebbe sul serio in quel contesto... quindi, queste cose evitatele...dai, su...siamo seri).

Entro nel locale e loro sono lì con te
mi guardano con gli occhi
di chi vuole un tête-à-tête
mi chiedo se c'è un corso di danza per décolleté
perché le tue tette ballano
molto meglio di te
rime per metà serie e per metaforiche
tra meloni di plastiche e verdure macrobiotiche
guarda che capisco le esigenze fisiologiche
non giri mezza nuda
hai le tette claustrofobiche
beviti un cocktail che tutto passa
non sono come gli altri sono sensibilissimo
ti vedi brutta ti vedi grassa?
non ti preoccupare ci vedi benissimo

In realtà questa è la mia strofa preferita per tante ragioni: 1) l'uso dei francesismi (tête-à-tête, décolleté), che in una canzone un po' sconcia hanno una loro importanza 2) Il passaggio dal denaro all'alcool come mezzo di conquista (che mi sembra moralmente più elevato) 3) L'accenno ad una serie di problematiche più profonde: L'uso smodato e snaturalizzante della chirurgia plastica (meloni di plastiche), l'insicurezza di fondo di chi mostra il proprio corpo in cerca di conferme e di approvazione (non giri mezza nuda hai le tette claustrofobiche), il cliché della ragazza che cerca l'uomo sensibile (sensibilissimo) in un contesto in cui la parola sensibilità può esistere al massimo su una confezione di profilattici extra-sottili ma, soprattutto, dulcis in fundo, 4) la battutaccia politically incorrect che fa ridere persino me che frasi simili le ho stoicamente incassate più volte.

Sia quando parli sia quando balli
hai la folla intorno
come in combattimenti dei galli
e se mi fissi a lungo
tiro dentro la pancia
e se mi chiedi il peso,
mento, falso in bilancia
ciao sono entrato in lista
perché conosco il barista
ma se me ne versa un altro
mostro la mia dieta in pista
di sobrio ho solo il vestito,
non saprei centrare un buco
andiamo a letto con l'aiuto delle mappe di Google

Questa è a mio parere la strofa più ermetica di tutto il brano. Una serie di immagini poetiche si concatenano senza apparente senso logico: galli su un ring, nutrizionisti in crisi, crisi economiche e incapacità geografiche e amatorie. Ma un dubbio su tutti mi attanaglia la mente: come si mostra la propria dieta in pista? Si accettano esegesi al riguardo.


E se davvero non ti piaccio
berremo fino al punto che
ti sembrerò Gabriel Garko
e tu mi sembrerai Belen
e se i meloni non li esci
e la patana men che mai
ridammi subito i mie cashi
ci pagherò il canone rai

In tutte le canzoni, che siano testi di cantautori engagé o di aspiranti trashisti, arriva il momento clue: il messaggio morale. Quasi sempre questo compito è affidato ad una parte della canzone - chiamata ponte o bridge o pre-ritornello - che si discosta un attimo dalla struttura della canzone e ne racchiude l'essenza. In questo caso è chiaro che siamo di fronte ad una dissertazione sulla perdita dell'individualità dell'essere umano in un mondo di divinità cinematografiche e televisive: i fantasmi di Garko e Belen si annidano nel nostro animo a ricordarci la nostra inadeguatezza nei confronti del mondo e la società contemporanea ha deciso di reagire a questi stimoli in due modi (se si eccettuano le gare di like facebookiane): uno è ovviamente l'alcool (berremo fino al punto che) e l'altro è l'onnipresente Dio Denaro (cashi). Ma, ragazzi, questa triste storia ha un lieto fine. Se pensiamo, infatti, che nessuno paga il canone Rai, ne deduciamo tranquillamente che di patane se ne escono parecchie.

4 commenti:

  1. "ma se me ne versa un altro mostro la mia dieta in pista" = al prossimo drink vomito tutto

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  2. Wow...in effetti non ci avevo pensato. Direi che non ci sono dubbi: la tua interpretazione è perfetta. Grazie mille :D

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  3. canzone incredibilmente orecchiabile, io l'ho scoperta solo ora a luglio 2021

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